
Sindrome del Tunnel Carpale
La sindrome del tunnel carpale è una condizione comune che coinvolge la compressione del nervo mediano nel polso, causando dolore, formicolio e debolezza nella mano. La chirurgia per il tunnel carpale è una procedura mirata a decomprimere il nervo, migliorando i sintomi e ripristinando la funzionalità della mano.


In cosa consiste l’intervento
L’intervento per il tunnel carpale può essere eseguito con due tecniche principali:
Tecnica aperta: prevede una piccola incisione sul palmo della mano per accedere al tunnel carpale e rilasciare il legamento trasverso che comprime il nervo mediano.
Tecnica endoscopica: utilizza un dispositivo a fibre ottiche per eseguire la procedura con incisioni più piccole, riducendo i tempi di recupero.
L’intervento è generalmente eseguito in anestesia locale e dura circa 20-40 minuti.
Indicazioni
La chirurgia del tunnel carpale è indicata per:
Pazienti con sintomi persistenti di dolore, formicolio o intorpidimento della mano non risolvibili con terapie conservative.
Debolezza muscolare o difficoltà nell’afferrare oggetti.
Danni nervosi documentati attraverso test come l’elettromiografia (EMG).
Vantaggi dell’intervento
Alleviamento immediato o progressivo dei sintomi.
Ripristino della funzionalità della mano.
Prevenzione di danni permanenti al nervo mediano.
Preparazione all’intervento
Prima dell’intervento, il paziente dovrà:
Effettuare una visita specialistica: per confermare la diagnosi e pianificare la procedura.
Eseguire esami specifici: esami ematochimici, ECG e EMG per valutare la compressione del nervo mediano.
Aspettative realistiche
Il paziente deve essere consapevole che:
L’intervento allevia i sintomi, ma il recupero completo della funzionalità può richiedere alcune settimane o mesi.
La cicatrice sarà piccola e poco visibile.
Decorso post-operatorio
Il recupero dalla chirurgia del tunnel carpale varia a seconda della tecnica utilizzata:
Primi giorni: possibile lieve dolore e gonfiore, gestibili con farmaci prescritti.
Prima settimana: evitare movimenti ripetitivi o eccessivi della mano.
Prime 4-6 settimane: graduale ripresa delle attività quotidiane.
Riabilitazione: può essere necessaria per recuperare la forza e la mobilità completa della mano.
Possibili rischi e complicanze
La chirurgia del tunnel carpale è generalmente sicura, ma possono verificarsi:
Infezioni: trattabili con antibiotici.
Rigidità o dolore residuo: gestibili con fisioterapia.
Recidiva: rara, ma possibile in alcuni pazienti.
Risultato finale
Il risultato definitivo è apprezzabile entro 6-12 settimane. La maggior parte dei pazienti riporta un significativo miglioramento dei sintomi e un pieno recupero della funzionalità della mano.




Sindrome del Tunnel Ulnare
La sindrome del tunnel ulnare è una condizione causata dalla compressione del nervo ulnare nel gomito, nel cosiddetto canale cubitale. Questa compressione può provocare dolore, formicolio e debolezza lungo l'avambraccio, la mano e le dita, influenzando la qualità della vita e la funzionalità della mano. La chirurgia per la sindrome del tunnel ulnare mira a decomprimere il nervo, alleviando i sintomi e migliorando la funzionalità.
In cosa consiste l’intervento
L’intervento per la sindrome del tunnel ulnare viene eseguito attraverso tecniche mirate a rilasciare la pressione sul nervo ulnare:
Decompressione semplice: il chirurgo allarga il canale cubitale per ridurre la compressione sul nervo.
Trasposizione anteriore del nervo: il nervo ulnare viene spostato dalla sua posizione originaria a una più protetta, per ridurre la pressione e il rischio di ulteriori compressioni.
Epicondilectomia mediale: una piccola porzione dell'osso epicondilare viene rimossa per aumentare lo spazio per il nervo.
L’intervento è generalmente eseguito in anestesia locale o loco-regionale e ha una durata variabile tra 30 e 90 minuti.
Indicazioni
La chirurgia del tunnel ulnare è indicata per:
Sintomi persistenti di dolore, formicolio o debolezza nella mano e nelle dita, non risolvibili con terapie conservative.
Perdita di sensibilità o forza nella presa e nei movimenti delle dita, in particolare anulare e mignolo.
Compressione del nervo documentata da test come elettromiografia (EMG) o ecografia.
Vantaggi dell’intervento
Alleviamento dei sintomi dolorosi e sensoriali.
Ripristino della funzionalità e della forza della mano.
Prevenzione di danni permanenti al nervo ulnare.
Preparazione all’intervento
Prima dell’intervento, il paziente dovrà:
Effettuare una visita specialistica: per confermare la diagnosi e pianificare la procedura.
Eseguire esami specifici: esami ematochimici, ECG e EMG per valutare la compressione del nervo ulnare
Aspettative realistiche
Il paziente deve essere consapevole che:
L’intervento allevia i sintomi, ma il recupero completo della funzionalità può richiedere diverse settimane o mesi.
La cicatrice è generalmente piccola e ben nascosta, con un impatto estetico minimo.
Decorso post-operatorio
Il recupero dalla chirurgia del tunnel ulnare richiede alcune settimane e include:
Primi giorni: possibile lieve gonfiore e dolore, gestibili con farmaci prescritti.
Prima settimana: evitare movimenti ripetitivi o sforzi sull’arto operato.
Prime 4-6 settimane: graduale ripresa delle attività quotidiane.
Riabilitazione: in alcuni casi, può essere necessaria fisioterapia per migliorare la forza e la mobilità.
Possibili rischi e complicanze
La chirurgia del tunnel ulnare è generalmente sicura, ma possono verificarsi:
Infezioni: trattabili con antibiotici.
Rigidità o dolore residuo: gestibili con fisioterapia.
Recidiva: rara, ma possibile in alcuni pazienti.
Risultato finale
Il risultato definitivo è visibile entro 3-6 mesi. La maggior parte dei pazienti riporta un miglioramento significativo dei sintomi e un recupero completo della funzionalità dell’arto superiore.
Sindrome del Canale di Guyon
La sindrome del canale di Guyon è causata dalla compressione del nervo ulnare al polso, nel tratto compreso tra il pisiforme e l’uncino dell’osso uncinato, noto come canale di Guyon. Questa condizione può provocare intorpidimento, formicolio e debolezza a carico del mignolo, dell’anulare e dei muscoli intrinseci della mano, compromettendo la presa e la destrezza.
L’intervento chirurgico ha lo scopo di decomprimere il nervo ulnare nel canale di Guyon, riducendo la pressione e migliorando la funzionalità. Le tecniche più utilizzate includono:
1. Decompressione semplice: apertura del legamento sovrastante per liberare il nervo.
2. Asportazione di lesioni compressive: rimozione di gangli, calcificazioni, o anomalie vascolari eventualmente responsabili della compressione.
3. Espansione del canale: nei casi più complessi, si può rimodellare lo spazio anatomico per prevenire recidive.
L’intervento si esegue in anestesia locale o loco-regionale, dura in media 30–60 minuti, e può essere effettuato in day surgery.
Indicazioni
La chirurgia è indicata quando si verificano:
• Sintomi persistenti di intorpidimento o formicolio a mignolo e metà dell’anulare.
• Debolezza della mano o perdita di destrezza nelle attività fini.
• Evidenza di compressione del nervo ulnare al polso tramite EMG o ecografia.
Vantaggi dell’intervento
• Miglioramento dei sintomi sensitivi e motori.
• Recupero della forza di prensione e della destrezza.
• Prevenzione del danno nervoso permanente.
Preparazione all’intervento
Il paziente deve:
• Sottoporsi a valutazione specialistica per confermare la diagnosi.
• Eseguire esami ematochimici, un ECG ed esami strumentali (EMG/ENG e/o ecografia).
• Discutere con il chirurgo le aspettative reali e il percorso post-operatorio.
Il paziente deve essere consapevole che:
• Il miglioramento può essere graduale, specie se la compressione è presente da molto tempo.
• La cicatrice è piccola e ben posizionata sul palmo ulnare del polso.
• Il recupero completo può richiedere settimane o mesi, soprattutto nei casi con danno motorio.
Decorso post-operatorio
Primi giorni: possibile lieve dolore e gonfiore, gestibili con farmaci prescritti.
Prima settimana: evitare movimenti ripetitivi o eccessivi della mano.
Prime 4-6 settimane: graduale ripresa delle attività quotidiane.
Riabilitazione: può essere necessaria per recuperare la forza e la mobilità completa della mano.
Possibili rischi e complicanze
Infezioni: trattabili con antibiotici.
Persistenza di alcuni sintomi, in particolare nei casi gravi o trascurati.
Recidiva (rara), in caso di compressione multifattoriale.
Risultato finale
Il risultato definitivo è apprezzabile entro 6-12 settimane. La maggior parte dei pazienti riporta un significativo miglioramento dei sintomi e un pieno recupero della funzionalità della mano.
Dita a Scatto
(Tenosinovite Stenosante)
La condizione delle dita a scatto, nota anche come tenosinovite stenosante, è caratterizzata dal blocco o dallo scatto doloroso di uno o più dita durante il movimento. Questa patologia è causata dall’infiammazione o dal restringimento della guaina tendinea che circonda i tendini flessori delle dita. L’intervento chirurgico per le dita a scatto mira a risolvere il problema liberando il tendine e permettendo un movimento fluido e indolore.


In cosa consiste l’intervento
La chirurgia per le dita a scatto viene eseguita attraverso una piccola incisione nella zona palmare, vicino alla base del dito interessato. Durante l’intervento:
Il chirurgo individua la guaina tendinea ristretta (puleggia A1).
La puleggia viene incisa per creare più spazio per il movimento del tendine.
Viene verificata la fluidità del movimento del dito prima di chiudere l’incisione.
L’intervento è generalmente eseguito in anestesia locale e ha una durata di circa 15-30 minuti.
Indicazioni
La chirurgia per le dita a scatto è indicata per:
Sintomi persistenti, come dolore, rigidità o blocco del dito, non risolvibili con trattamenti conservativi.
Limitazione funzionale che interferisce con le attività quotidiane.
Nodulo palpabile nella zona del palmo, associato al movimento a scatto.
Vantaggi dell’intervento
Risoluzione definitiva del blocco e dello scatto del dito.
Recupero della funzionalità normale della mano.
Procedura rapida e minimamente invasiva.
Preparazione all’intervento
Prima dell’intervento, il paziente deve:
Effettuare una valutazione specialistica: per confermare la diagnosi e pianificare il trattamento.
Discutere le aspettative: con il chirurgo, che illustrerà il decorso post-operatorio.
Eseguire esami di routine, se richiesti, per garantire la sicurezza dell’intervento.
Aspettative realistiche
Il paziente deve sapere che:
L’intervento è altamente efficace e offre una risoluzione immediata nella maggior parte dei casi.
Una cicatrice minima sarà visibile nella zona palmare, ma si attenuerà con il tempo.
Decorso post-operatorio
Il recupero dalla chirurgia delle dita a scatto è rapido e comporta poche limitazioni:
Primi giorni: lieve gonfiore o dolore nella zona dell’incisione, gestibile con farmaci prescritti.
Prima settimana: esercizi di mobilizzazione per prevenire rigidità e favorire il recupero della funzionalità.
Prime 2-4 settimane: completa ripresa delle attività quotidiane e lavorative, inclusi i lavori manuali leggeri.
Riabilitazione: in alcuni casi, può essere necessaria fisioterapia per migliorare la forza e la mobilità.
Possibili rischi e complicanze
Le complicanze della chirurgia per dita a scatto sono rare, ma includono:
Infezioni: trattabili con antibiotici.
Cicatrici sensibili o dolorose: generalmente temporanee.
Rigidità residua: raramente richiede ulteriore riabilitazione.
Recidiva: rara e generalmente causata dalla cicatrice che si viene a creare attorno al tendine.
Risultato finale
Il risultato definitivo è visibile entro 2-4 settimane, con un recupero completo della funzionalità del dito. L’intervento migliora significativamente la qualità della vita, eliminando dolore e blocchi durante il movimento.
Morbo di Dupuytren
Il morbo di Dupuytren è una patologia caratterizzata da un progressivo ispessimento e contrattura della fascia palmare, che può portare alla flessione permanente di una o più dita. Questa condizione può limitare significativamente la funzionalità della mano e interferire con le attività quotidiane. La chirurgia rappresenta il trattamento più efficace nei casi avanzati o quando le terapie conservative non sono sufficienti.


In cosa consiste l’intervento
La chirurgia per il morbo di Dupuytren prevede la rimozione o il rilascio della fascia palmare contratta. Le principali tecniche includono:
Fasciectomia parziale: consiste nella rimozione selettiva delle porzioni di fascia ispessite, mantenendo intatte le strutture sane.
Fasciectomia totale: prevede la rimozione completa della fascia palmare, indicata nei casi più gravi.
Aponeurotomia con ago (needle fasciotomy): una tecnica minimamente invasiva in cui il chirurgo utilizza un ago per rompere le fibre contratte senza incisioni chirurgiche estese.
L’intervento può essere eseguito in anestesia locale, regionale o generale, a seconda della complessità del caso.
Indicazioni
La chirurgia per il morbo di Dupuytren è indicata per:
Contratture significative che impediscono l’estensione completa delle dita.
Limitazioni funzionali che interferiscono con le attività quotidiane.
Fallimento delle terapie conservative o progressione della patologia.
Vantaggi dell’intervento
Ripristino della funzionalità della mano e delle dita.
Miglioramento della qualità della vita.
Riduzione del dolore e delle limitazioni motorie.
Preparazione all’intervento
Prima dell’intervento, il paziente dovrà:
Effettuare una visita specialistica: per valutare l’estensione della patologia e pianificare l’approccio chirurgico.
Eseguire esami pre-operatori: per garantire la sicurezza durante l’intervento.
Discutere le aspettative: con il chirurgo, che spiegherà i benefici e i limiti della procedura.
Aspettative realistiche
Il paziente deve comprendere che:
La chirurgia offre un miglioramento significativo della funzionalità, ma non elimina completamente il rischio di recidiva.
La riabilitazione post-operatoria è essenziale per ottenere risultati ottimali.
Decorso post-operatorio
Il recupero richiede un periodo variabile in base alla tecnica utilizzata:
Primi giorni: gonfiore e dolore nella zona operata, gestibili con farmaci prescritti.
Prima settimana: rimozione dei punti di sutura (se presenti) e inizio degli esercizi di mobilizzazione.
Prime 4-6 settimane: terapia riabilitativa per recuperare la forza e la flessibilità della mano.
Attività quotidiane: graduale ripresa dopo 2-3 settimane, a seconda del livello di coinvolgimento.
Possibili rischi e complicanze
Le complicanze della chirurgia per il morbo di Dupuytren includono:
Recidiva: possibile nel tempo, soprattutto nei casi più avanzati.
Rigidità o cicatrici dolorose: trattabili con riabilitazione e terapie specifiche.
Danni ai nervi o ai vasi sanguigni: rari e gestibili con interventi correttivi.
Risultato finale
Il risultato definitivo è visibile dopo circa 2-3 mesi, con un miglioramento significativo nella capacità di estendere le dita e utilizzare la mano. La chirurgia permette di recuperare la funzionalità e ridurre l’impatto della patologia sulle attività quotidiane.
Tenosinovite di De Quervain
La tenosinovite di De Quervain è una condizione infiammatoria che coinvolge i tendini estensore breve e abduttore lungo del pollice, causando dolore e difficoltà nei movimenti della mano e del pollice. La chirurgia rappresenta la soluzione efficace per i casi in cui i trattamenti conservativi, come l’uso di tutori o le infiltrazioni, non abbiano dato risultati soddisfacenti.


In cosa consiste l’intervento
La chirurgia per la tenosinovite di De Quervain mira a decomprimere i tendini interessati, rimuovendo la causa dell’infiammazione. La procedura prevede:
Incisione della guaina tendinea: il chirurgo esegue una piccola incisione sul lato del polso per accedere alla guaina che avvolge i tendini.
Rilascio dei tendini: la guaina viene aperta per creare più spazio, consentendo ai tendini di muoversi liberamente senza attrito.
Chiusura dell’incisione: una sutura fine viene utilizzata per chiudere la pelle, con cicatrici minime.
L’intervento è eseguito in anestesia locale e ha una durata di circa 20-30 minuti.
Indicazioni
La chirurgia è indicata per:
Dolore persistente sul lato del polso, che non risponde a trattamenti conservativi.
Difficoltà nei movimenti del pollice e della mano.
Infiammazione cronica documentata con esami diagnostici.
Vantaggi dell’intervento
Risoluzione definitiva del dolore e dei sintomi.
Recupero completo della funzionalità della mano e del pollice.
Procedura minimamente invasiva, con tempi di recupero brevi.
Preparazione all’intervento
Prima dell’intervento, il paziente dovrà:
Effettuare una visita specialistica: per confermare la diagnosi e pianificare il trattamento chirurgico.
Discutere le aspettative: con il chirurgo, che illustrerà i benefici della procedura.
Eseguire esami pre-operatori, se richiesti, per escludere eventuali complicazioni.
Aspettative realistiche
Il paziente deve sapere che:
L’intervento allevia i sintomi nella maggior parte dei casi, ma potrebbe essere necessario un breve periodo di riabilitazione.
La cicatrice sarà piccola e ben nascosta sul lato del polso.
Decorso post-operatorio
Il recupero dalla chirurgia di De Quervain è generalmente rapido:
Primi giorni: possibile lieve gonfiore o fastidio nella zona dell’incisione, gestibili con farmaci prescritti.
Prima settimana: il paziente deve iniziare a muovere la mano e il pollice, evitando movimenti eccessivi.
Prime 2-4 settimane: graduale ripresa delle attività quotidiane.
Fisioterapia: in alcuni casi, può essere consigliata per migliorare la mobilità e la forza.
Possibili rischi e complicanze
Le complicanze dell’intervento sono rare, ma possono includere:
Infezioni: trattabili con antibiotici.
Rigidità o dolore residuo: generalmente temporanei.
Recidiva: estremamente rara, ma possibile.
Risultato finale
Il risultato definitivo è apprezzabile entro 2-4 settimane, con un miglioramento significativo del dolore e del movimento. La chirurgia consente ai pazienti di recuperare completamente l’uso della mano, migliorando la qualità della vita.

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